Per parlare di Massimiliano Capretta bisogna parlare dell’Arca, il suo ristorante, che gestisce con la sorella Dalila, a capo del comparto pane, pasta e dolci.
Chef e proprietario del ristorante “L’Arca” ad Alba Adriatica, Massimiliano Capretta incarna l’evoluzione stessa dell’essere umano, una continua trasformazione, come la filosofia che permea l’Arca.
Un cuore che batte, in cui i primi passi prendono spunto dalla cucina macrobiotica, che lo chef Capretta definiva “L’Arte del Sottrarre” con un tocco personale. Un processo di destrutturazione dei piatti, in cui gli ingredienti venivano rimossi gradualmente, solo per essere reintrodotti in un secondo momento. Fondamentali erano le tecniche di cottura che rendevano i piatti “tecnicamente” naturali.
Nell’evoluzione successiva, la filosofia di ogni piatto doveva seguire tre regole: “Salute, Gusto, Bellezza”. Salute per preservare il benessere, Gusto per evitare accostamenti stravaganti e Bellezza per appagare l’estetica.
Oggi, la filosofia del ristorante si identifica con la “Bio-Cucina-Mediterranea“, un concetto ideato dallo stesso chef. Bio, perché si dà preferenza alla selezione di ingredienti biologici a chilometro zero o di provenienza certificata; Cucina, per sottolineare l’importanza delle tecniche di cottura nel preservare l’integrità degli alimenti; ed infine Mediterranea, un patrimonio dell’UNESCO, per l’ispirazione derivante da una tradizione culinaria capace di abbracciare tutto ciò che la ricca regione può offrire. È per questo motivo che il ristorante presenta un menù che comprende una selezione di carne, pesce e opzioni vegetariane, inclusa la cucina vegetariana-vegana.
L’Arca si vanta di essere l’unico ristorante in Abruzzo ad avere ottenuto la certificazione biologica, un traguardo raggiunto molti anni fa e tuttora mantenuto con orgoglio.